
Pianificazione della produzione: cos’è? Come si fa? A cosa serve?
Attorno al concetto di pianificazione della produzione c’è, talvolta, un po’ di confusione. Alcuni la confondono con la schedulazione, altri la limitano alla pianificazione dei materiali risultante dal calcolo dell’MRP (Material Requirements Planning) o, ancora, ad una semplice calendarizzazione delle attività.
In questo articolo cercheremo allora di fare chiarezza, dando una definizione del termine e fornendoti spunti utili per capire come sfruttarla in azienda.
Cosa si intende per pianificazione della produzione?
Pianificare la produzione significa determinare cosa un’azienda manifatturiera dovrà produrre sul medio-lungo termine.
Si tratta, in sostanza, di fare una previsione delle quantità e della tipologia di prodotti da realizzare e, in base ad essa, organizzare il proprio reparto produttivo, definendo le risorse da impiegare (materiali, macchine, persone) e i tempi entro cui completare gli ordini.
Questa previsione si basa su diversi fattori come, ad esempio:
- la quantità di ordini già confermati o in fase di definizione;
- la quantità di macchine e di personale che l’azienda ha a disposizione;
- il budget di vendita o, più semplicemente, economico, stabilito dal management;
- la stagionalità della domanda (se presente, in base al tipo di prodotto);
- le previsioni fornite dai clienti.
Avere un piano di produzione a lungo termine ti consente di capire se la tua azienda sarà in grado di soddisfare la domanda (efficacia), e se riuscirà a farlo nei tempi previsti (efficienza). Maggiori saranno l’efficacia e l’efficienza, più alto sarà il livello di servizio fornito ai tuoi clienti e la tua azienda lavorerà con profitto.
Che differenza c’è tra schedulazione e pianificazione?
A differenza della pianificazione, la schedulazione riguarda l’organizzazione della produzione a livello esecutivo, sul breve termine (giorni/settimane).
Su quale macchina andrà prodotto un certo ordine? Con quali materiali? In quale sequenza bisognerà eseguire le lavorazioni?
Si tratta di una programmazione di dettaglio in cui si vanno a definire le attività quotidiane, cercando di evitare tempi morti e di massimizzare l’efficienza.
Chi si occupa della pianificazione della produzione?
La figura che in azienda si occupa della pianificazione della produzione è il pianificatore anche detto, in inglese, production planner.
Il pianificatore, a seconda della complessità del modello organizzativo dell’azienda, può occuparsi di tutte le fasi della programmazione o solo di una parte. Nel secondo caso, si avvarrà di un team composto da più pianificatori, suddivisi per diverse linee di produzione o diverse tematiche (materiali, conto lavoro, ecc.).
Tra i compiti principali del pianificatore di produzione rientrano:
- l’elaborazione degli scenari produttivi possibili e la scelta di quello più adeguato;
- la definizione del piano di produzione e il suo aggiornamento in caso di imprevisti;
- l’ottimizzazione dell’impiego delle macchine e del personale di produzione;
- la verifica delle disponibilità e l’assegnazione dei materiali per la produzione.
Com’è facile intuire, si tratta di una figura che dialoga quotidianamente con diversi reparti aziendali. Grazie alle indicazioni fornite dal pianificatore, le azioni di tutti convogliano verso l’obiettivo comune della massima efficienza.
A sua volta, il pianificatore necessita dei dati provenienti dagli altri reparti per realizzare un piano di produzione che sia realistico ed effettivamente attuabile.
Vediamo, quindi, quali altre figure in azienda traggono beneficio dalla pianificazione della produzione e interagiscono con il pianificatore.
Quali reparti aziendali beneficiano della pianificazione della produzione?
Il reparto su cui, per definizione, influisce maggiormente la pianificazione è quello produttivo. Tutte le attività, dal setup delle macchine, alla sequenza delle fasi di lavorazione, alla manutenzione dei macchinari, vengono infatti stabilite nel piano di produzione.
Una maggiore aderenza al piano di produzione comporterà una maggiore ottimizzazione dei tempi, dell’uso delle risorse e, di conseguenza, il contenimento dei costi per l’azienda.
Un altro reparto che lavora in stretta relazione con i pianificatori è l’ufficio acquisti. Per una buona pianificazione della produzione è infatti importante:
- verificare di avere a disposizione tutti i materiali per realizzare un certo prodotto o per completare una determinata fase di lavorazione;
- conoscere lo stato degli ordini dei materiali e i tempi di consegna previsti;
- sapere quando è il momento di sollecitare un ordine.
D’altro canto, l’ufficio acquisti può utilizzare il piano di produzione per determinare i quantitativi di materiali da ordinare su un orizzonte temporale più esteso.
Per quanto concerne il magazzino, anche la politica delle scorte può essere resa più efficiente, tenendo sempre sotto controllo le esigenze di fornitura.
Infine, anche il reparto vendite può sfruttare a suo vantaggio la pianificazione della produzione. Avendo visibilità sul programma stabilito, i commerciali riescono a comunicare date di consegna precise ai propri clienti. Questo anche in caso di imprevisti, in quanto un eventuale slittamento delle consegne può essere ricalcolato con un buon grado di sicurezza.
Con quali strumenti si pianifica la produzione?
In molte realtà, spesso anche le più insospettabili, la pianificazione della produzione viene ancora svolta manualmente, utilizzando fogli di calcolo Excel.
Nonostante la duttilità dello strumento, questo metodo può funzionare in aziende molto piccole, con poca varietà di prodotti e rari imprevisti. Una situazione quasi impossibile, vista l’instabilità dei mercati negli ultimi anni.
Più sono complesse la produzione e la supply chain di un’azienda, più dovranno essere avanzate le procedure, e quindi lo strumento software, per gestire la pianificazione della produzione. In particolare, esso dovrà essere in grado di:
- interfacciarsi e scambiare dati con gli altri sistemi informativi in uso (software gestionale, MES, ecc.);
- elaborare in velocità le simulazioni degli scenari produttivi possibili;
- gestire i vincoli, come il limite di ore di lavoro di macchine e persone, o l’assegnazione di specifiche risorse a specifiche lavorazioni;
- inviare avvisi e segnalazioni quando una modifica influenza quanto già pianificato.
I sistemi in grado di fare tutto questo sono gli APS (Advanced Planning and Scheduling), a volte impropriamente detti schedulatori.
Affidarsi ad un sistema APS significa non solo rendere la pianificazione della produzione più veloce, ma anche più precisa e affidabile. Ne consegue un risparmio di tempo, che può essere dedicato ad attività a maggior valore aggiunto, e una maggior efficienza in tutte le operations.
Per saperne di più: Che cos’è un software APS? L’alleato numero uno del pianificatore di produzione
Inoltre, per capire se un sistema APS fa al caso tuo, puoi leggere il nostro articolo Da pianificazione manuale a digitale: perché (e quando) cambiare?
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- diminuire i costi di produzione;
- snellire i processi e organizzare meglio la tua supply chain;
- avere visibilità a 360° sullo stato della produzione;
- ottimizzare tempi, materiali, risorse.
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Vuoi scoprire altre valide ragioni per adottare un sistema APS? Ecco 10 motivi per cui dovresti adottare uno schedulatore di produzione.
Tag: pianificazione produzione, schedulatore produzione, software APS